martedì 1 marzo 2011

Il segreto del termine OK: l'unica parola che (quasi) tutto il mondo capisce

Che vi troviate in Cina, in India o in Italia, basterà dire "ok" e il significato di quell'affermazione sarà chiaro a tutti. Se poi fino a qualche tempo fa era solo un termine colloquiale, tanto nei Paesi anglofoni quanto nel resto del mondo, ormai non è strano sentire l'espressione in bocca a capi di Stato e di governo, oppure trovarla tra le pagine di un romanzo da premio Nobel. Per approfondire clicca qui
UN'ETIMOLOGIA BIZZARRA - Un destino "glorioso" per una parola che - secondo alcuni - è nata per un errore di "spelling". È il 1839 in quel di Boston, nello Stato del Massachusetts. In un lungo articolo sul Boston Morning Post compare per la prima volta la breve parolina. Si parla di un personaggio che dice "o.k." per abbreviare "all correct", tutto giusto. Un errore di grammatica non troppo inusuale, in tempi in cui pochi sapevano leggere: "oll korrect", la differenza dall'originale è poca.
PAESE CHE VAI, OK CHE TROVI - Ma anche in parecchi altri posti del mondo ci si è convinti che a inventare l'"ok" non siano stati gli americani del New England. Nella lingua di Aristotele "ola kala" vuol dire "tutto bene", e anche i greci abbreviano l'espressione in "ok". A Berlino "ohne Korrektur" sta per "nessuna correzione", e ancora una volta l'acronimo è lo stesso. Per gli scozzesi invece "och aye" vuol dire "oh sì", e per arrivare a "okay" non c'è neppure bisogno di abbreviazioni.
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UN ASPETTO BIZZARRO - Di recente la Bbc ha persino dedicato un lungo servizio per giustificare l'affermazione internazionale della particella: "Ha un aspetto strano. È una parola che suona come un'abbreviazione, un acronimo. Ma la sua stranezza potrebbe essere la giustificazione per la sua popolarità. Visivamente, ok mette accanto la rotondità della "o" con le linee dritte della "k"". Eh sì, dev'esser proprio questa la ragione del successo.
SDOGANATO DA OBAMA - Per Barack Obama "ok" è una particella familiare. Ma anche dall'altro lato dell'oceano, tra i puristi britannici, David Cameron ha sdoganato l'uso della locuzione. E nella letteratura? Chi ha letto "La strada" di Cormac McCarthy ricorderà un'infinità di dialoghi tra padre e figlio che si concludono con un "ok". Anche questa è grande letteratura. Forse, oggi, la più grande.
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